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I giardini di marzo PDF Stampa E-mail
Scritto da Maria Luisa   
venerdì 21 marzo 2014
i colori di marzoQuand'ero una ragazzina (intorno ai 12 anni) adoravo Battisti. Le rare volte che lo passavano in televisione non potevo fare a meno di urlare come una pazza. Ma sei scema?

Avevo tutti i suoi LP e i suoi 45 giri, sapevo a memoria tutti i testi delle sue canzoni, la mia camera era tappezzata di manifesti suoi e di tutti ritagli di giornale -anche microscopici-  dove c'era lui, con Letizia (grr..), la sua onnipresente compagna, con Mogol a cavallo. Avevo persino la foto della sua cresima (?!).

Una sua canzone, però, non l'ho mai potuta sopportare... I Giardini di Marzo.

Ho sempre amato le mezze stagioni, quelle che non ci sono più, quelle di un tempo, dove l'autunno era autunno e la primavera era primavera.

Il tono cupo di quella canzone strideva con l'idea di un marzo pieno di luce e vento e colore e fiori rosa, fiori di pesco (c'eri tu), come nei miei disegni di nuvole e cieli azzurri e rondini (ma dove sono andate le rondini?).

I giardini di marzo erano una meraviglia, allora. Viole, primule, narcisi e le piante che riprendevano vita, si riempivano di foglioline verdi e boccioli. Si respirava un'aria nuova.

Ascoltando quella canzone, che restò mesi e mesi nella Hit Parade, pensavo, ecchecavolo, una cammina al tuo fianco e, d'un tratto, ti dice tu muori, ad uno con una madre che, tra i suoi vestiti, quello più bello era nero coi fiori non ancora appassiti... come fa a tornarti il coraggio di vivere? Mandarla a quel paese, no? Altro che immenso amore!

la compagniaChe c'entrano i giardini di marzo (sì, lo so, si vestono di nuovi colori) con questa triste vicenda personale?

Quando Battisti, anni dopo, fuggì dalla "Brianza velenosa", ci rimasi male, benchè superato da anni il periodo battistiano -scrutavo ormai il lato oscuro della luna sui ribaltabili della 500 rossa, targata MI-TO, con il mio, per l'appunto, "mitico" amore-.

Tuttavia, a posteriori (RIP), non posso dargli torto. Dopo la nube tossica di Seveso, la Brianza non è stata più quella di una volta, quella verde Brianza dove i nobili prima (e i milanesi poi), venivano a passare le stagioni di mezzo, nelle loro ville patrizie.

Ma il WorkShop Plum Blossom di Emma Fassio, che presenterà il nuovo pattern Estasi di Primavera riempirà di colore la Knit-House e ci sembrerà di tornare bambini, quando sui sussidiari leggevamo "Marzo pazzerello, guarda il sole e prende l'ombrello".

Quindi, il 29 marzo, niente nero, per favore! Lasceremo fuori dal cancello i pensieri e i problemi della vita quotidiana, e con Emma ed il suo sorriso passeremo una giornata spensierata!

Una delle canzoni di Battisti che mi piace riascoltare?  La Compagnia. Ad hoc!


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