Scritto da Maria Luisa
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martedì 31 luglio 2012 |
La foto qui accanto la scattai alla Fiera di Colonia, la primavera scorsa.
Essere riuscita ad andarci, alla Fiera, dopo anni di rinunce e di biglietti aerei annullati all'ultimo momento, mi sembrava un sogno.
I KnitPro Dreamz mi furono mostrati da Mr. Roop Jain (proprietario del colosso indotedesco) in persona, raggiante ed orgoglioso delle ultime sue creature.
A me piacquero subito, così colorati. E feci la foto.
Anni di analisi mi hanno insegnato ad annotare i sogni notturni, prima
di dimenticarli.
E così è una foto. Un fermo-immagine, che poi verrà
elaborato, rivisto e contestualizzato. Non importa se la foto è mossa o
sfuocata... proprio come i sogni...
Sogni che si sono avverati, sogni infranti: è un po' la metafora della mia vita, che ha sempre cercato di farmi aprire gli occhi e togliermi il cuscino da sotto la testa, in un brusco risveglio.
Ma devo dire che ne ho ancora tanti, di sogni, nel cassetto, che aspetta di essere aperto, proprio come i Dreamz...
Sogni colorati come la lana e come questi aghi, che sembrano pastelli, tutti in fila come i Caran D'Ache, che usavo da bambina.
Colonia è ormai lontana, giorno da segnare con una pietruzza bianca (O lucem candidiore nota!).
Il giorno del rientro dalla Germania (manco ventiquattro ore dalla partenza), molto risentimento nei confronti di una parvenza di libertà.
Mi sono sentita come un uccellino che scappa dalla gabbietta, seppur dorata, e a malapena riesce a spiccare il volo. E si accorge che il mondo non è tutto lì, come può sembrare, nel suo orizzonte chiuso dalle sbarre.
Il mondo è fuori, è tra le nuvole, tra le guglie di una cattedrale, tra i tavolini a pizzicare briciole di pane.
Ma poi vieni di nuovo catturato. Dalla vita, dalle circostanze. E non ti resta che continuare a sognare. I sogni sono l'unica via di scampo da una dura realtà.
Dreamz...
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