Mi sono persa anch'io tra i calzini e non ho analizzato (cosa che dovrebbe
essere una prerogativa/deformazione di una stizzacervelli mancata, come lo
sono io) da questo punto di vista il filmato che vi ho proposto.
Avrei dovuto porre l'accento sulla compulsione di chi lavora a maglia, che ci accomuna un po' tutte, noi, popolo delle knittatrici ad oltranza. Manco il tumore ci ferma.
Il lavoro a maglia ti prende talmente tanto, da essere paragonato al fumare, all'assunzione di sostanze stupefacenti, al cibarsi smodatamente -o niente del tutto-, al vizio del gioco, a tagliuzzarsi, a mangiare le unghie fino a sanguinare...
Questa compulsione, che ti porta a cominciare un lavoro con la voglia di finire ad ogni costo -e velocemente-, di ricominciare per poi finire, e così via, una sigaretta accesa con quella che si sta spegnendo, grazieaddio, non è nociva, se non per le nostre spalle, messe a dura prova da un lavoro continuo. (A meno che non ti metti a lavorare, scientemente, vicina ad un baratro, -quello della pazzia-).
Ma sempre di compulsione si tratta...Che porta alla coazione a ripetere.
Questa "manìa", da venditrice, quale sono ora, - e da esperienza
personale- la noto, ancor di più, per quanto riguarda l'acquisto della
lana, come tale, senza uno scopo preciso, -può servire, prima o poi.
Meglio se poi-.
Tante clienti giurano che sarà l'ultimo gomitolo acquistato, che non le
vedrò più per un pezzo, poi il giorno dopo ritornano e ricomprano,
spergiurando di nuovo che questa sarà l'ultima volta. L'ultima
"sigaretta". Per quanto? Per oggi? Per due giorni? Per un mese? No, è
impossibile resistere così tanto al fascino della lana.
Ne so qualcosa anch'io, che sono stata un'accanita consumatrice di
gomitoli, prima di "averli tutti per me" -pensate che cretina che sono,
talvolta mi spiace vendere un filato, la lana che ho nel mio spazio la
considero quasi una mia collezione privata... bella l'idea, una mostra
di lane, guardare e non comprare!-.
Dicevo, ne ho acquistati a centinaia, di gomitoli, e dovevo
nasconderli, perchè mia madre si incavolava tantissimo, perchè lei
odiava la lana, non so bene per quale recondito motivo.
La nascondevo da mia zia Maria (sì, quella che faceva il risotto giallo
più buono che abbia mai mangiato, e che faceva degli splendidi
calzini).
Quando è morta, sua figlia Lina, che tutti i pomeriggi viene nel mio
spazio e che sta imparando ora ad amare la lana, -prima la odiava
anche lei- (è un po' la storia tra "cugine" sul consumo del panettone,
scritta da Walkyria, brrr,.. freddo vento del Valhalla, lei sì, che ha
bisogno di calzini e di maglioni -a righe- pesanti), ha buttato sacchi
pieni di lana nascosti nell'armadio, pensando ad una turba
psicologica di sua madre, nascosta fino all'ultimo.
Adesso sa e si è data pace.
E' questa la paura delle consumatrici compulsive di lana. Morire e
lasciare la lana, e far scoprire ciò che è nascosto in cantina, chili
di filati per fare maglioni a tutto un paese, nell'armadio, sotto il
letto (meglio quello che si alza, con sotto il cassettone). Han paura
di essere scoperte dal marito [Cielo, mio marito], manco nascondessero l'amante.
Forse, in questo caso, le capirebbe di più e potrebbe pure perdonarle...
E' anche per questo che incoraggio a rimanere single.
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