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Scritto da Maria Luisa
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domenica 10 maggio 2015 |
 Se io dovessi fotografare l'estate, il bucato steso al sole sarebbe l'immagine perfetta.
Se dovessi dare un profumo all'estate, direi, senza ombra di dubbio, quello del sapone da bucato.
E' lo stesso profumo che spesso esce dai capi appena lavati e "messi in
forma" dalle clienti, quando mi portano da vedere gli scialli, i capi finiti o dai
cappellini di QuelloCheHo.
Sono sempre stata affascinata dai panni stesi tra una finestra
e l'altra, col filo in comune, il volto più conosciuto di Napoli, dalle terrazze soleggiate piene di lenzuola
bianchissime di lino, dove si poteva nascondere un appuntamento
furtivo, celare un ladro -non solo di baci-, o richiamare dei bambini che correvano tra un filo teso e un altro...
 Nel paesino di montagna dove avevo la casa, nonostante il detto che i panni sporchi si lavano in casa propria, le donne scendevano a lavare la biancheria nel lavatoio comune, la insaponavano con cura e vigore sui lavelli di pietra col sapone di Marsiglia e li risciacquavano con l'acqua di fonte, che era gelida, mentre parlavano dei panni sporchi altrui.
Che splendore i capi lavati in quell'acqua, una volta stesi al sole negli orti e nei giardini!
Nei cortili delle case di ringhiera, più che il lavare, lo sciorinare i panni al sole era un momento comune. Stendere era un'arte.
Sulle ringhiere, in particolare, era d'obbligo sapere con esattezza dove cominciare e dove finire... Un po' come calcolare la
lunghezza del filato occorrente per fare una
maglia. Occorre essere precisi o rischi di non avere più il filo a cui attaccarti per
continuare.
Prima i fazzoletti, poi i
tovaglioli, gli asciugamani, le tovaglie e, in un crescendo di
dimensioni, ecco le lenzuola di lino. Erano quelle che sapevano di buono, che inondavano di profumo di sapone di Marsiglia i cortli, i giardini, gli orti. E i cassetti del comò, una volta stirati e riposti, con i sacchettini di lavanda...
M a cos'era tanto agognata per un risultato perfetto? Una giornata soleggiata, quella con un po' di vento che smuove i panni come i petali dei gerani e delle rose sfiorite, che volano via, lasciando il posto ai nuovi...
I percorsi della mente e del cuore sono strani e tortuosi, come la vecchia strada che portava alla casa in montagna...
Il profumo d'estate l'ho ritrovato, giorni fa, in un'immagine, quella di un
Rosa's Sleeveless Cardi -Jumper di Emma Fassio, trovato per caso su Ravelry, nelle mie incursioni notturne alla ricerca di filati.
E, guarda caso, è realizzato con il filato perfetto anche per il capo, Soleada che proprio Emma Fassio ci proporrà sabato 23 maggio p.v. nel WorkShop Profumo d'Estate.
I biglietti in vendita nel Box Office di Unfilodi.
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