Scritto da Wendy
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venerdì 16 marzo 2007 |
Io ho una cagnona Terranova che arrivata piccola come un
peluche, ho impropriamente chiamato Chicca, anche perché, ribelle come sono, volevo
dare un taglio alla lunga e nobile serie di nomi altisonanti del suo pedigrée; ho
anche due gatte, Margot e Pepita: tutte femmine per scelta.
Chicca era di mio figlio, recuperata da una cucciolata, e che
nessuno voleva, appunto, perchè femmina.
Lui abita in città: informatosi poi delle
dimensioni che Chicca avrebbe raggiunto, me l'ha portata "tu che hai un
giardino...".
Poco dopo anche mia figlia ha recuperato due gattine, le ha
tenute un po', ma crescendo e saltando per casa facevano scattare l'allarme
antifurto. Così è in città.
"Ti porto una gattina", mi ha detto un giorno," da te c'è
spazio ecc. ecc., anzi, siccome sono due sorelle sarebbe meglio non dividerle
ecc.ecc."
La cagnona Chicca, che ormai ha raggiunto i 55 Kg. e forse
qualcosa di più, ed è la bontà fatta cane, le ha adottate, e quando esco in giardino o per la solita
passeggiata me le ritrovo tutte tre insieme; ormai ci conoscono tutti e se
qualcuna rallenta e rimane indietro mi domandano dov'è Pepita o Margot.
Ho la
fortuna di abitare a pochi passi, attraversata la strada provinciale, da una
stradina tranquilla che i locali chiamano ancora "mulattiera" a ricordo di
tempi lontani, quando i nonni dei loro nonni scendevano al frantoio o "ù
magasìn", coi muli.
Non so cosa veramente pensino di me ma ormai si sono
abituati e se in principio hanno forse sorriso o deriso, adesso sono
contenti di vederci e mi salutano cordialmente.
Non è facile entrare nella
corteccia dura dei liguri, senza offesa, ma poi una volta presi in simpatia, ti
danno il cuore: a me olio extravergine delle loro olive raccolte nelle grandi
reti arancione che colorano la collina, e le uova prese ancora calde dal nido.
Beh, dico, non è poco di questi tempi!
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