Girando per blog, tra le varie calzette, che, se devo dire la verità, nessuno, e dico nessuno, in quattro anni di attività, mi ha mai chiesto come si facessero (tantomeno le ragazze, più interessate ai "soliti maglioni a righe"), mentre qui ne vedo una marea, come se fosse scoppiata un'epidemia di geloni, ma forse le realtà della città sono altre, forse il freddo ai piedi è più pungente che nella "profonda Brianza", ho trovato, enfin, un breve filmato, enigmatico, intitolato The Last Knit.
E' scaricabile da You Tube, quindi non ho fregato niente a nessuno, e mi è piaciuto talmente tanto che lo voglio proporre a chi magari non lo ha ancora visto, così nascosto tra le calze.
Le calze...
Ricordo che mia zia Maria, che oltre a fare il risotto
giallo più buono che abbia mai mangiato, ne sapeva realizzare di
stupende, semplici o lavorate, corte e lunghe (imparate a fare, per
necessità, durante la guerra, da mandare a mio zio, deportato in un
campo di concentramento in Germania).
Quando, da piccola, andavo con lei in montagna e c'erano dei temporali
fortissimi (e la nostra casa era in mezzo al bosco di castagni
svettanti, ottimi attiratori di fulmini), metteva le sue "creazioni"
sui quattro pomoli d'ottone del letto, per evitare il riverbero della
luce e "sviare" i fulmini, nel caso entrassero in casa...
Chissà se avrebbero funzionato...
Ve lo propongo anch'io, il filmato di questa donnina dall'età indefinita, con
la compulsione tipica di chi lavora a maglia, aspettando i vostri
commenti -e i vostri suggerimenti, anche su di un altro modo per usare i
calzini...-.
Aggiungi ai preferiti (1025) | Riporta quest'articolo sul tuo sito! | Visualizzazioni: 6008 | Stampa
|