Scritto da Maria Luisa
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martedì 18 maggio 2010 |
Ho deciso di usare tra i miei vari blog del mio sito, questo, Sferruzza-menti, il cui nome coniai nel lontano gennaio 2007, (come l'admin coniò, a suo tempo, il termine Knitionary,
che, unito a Betta's, è coperto da copyright) per presentare, uno ad uno, i miei figli, ehm, filati, che ho ed avrò in Knit-House.
lo stanno facendo in tanti, parlare dei vari filati usati, nella blogosfera maglistica.
Quindi, mi sono detta, perchè, alla luce della mia esperienza (ne ho visti e ne sto vedendo veramente di tutti i tipi e colori) non farlo anch'io, per permettere a chi deve scegliere un filato di fare la sua conoscenza?
Sotto ad ogni prodotto venduto nell'e-shop c'è un'apposita casella per
la valutazione. Lì, di solito, mi astengo dall'entrare nel "merito", e,
proprio se non posso farne a meno, dò i giudizi. Ma io sono di parte.
Preferisco che i "voti" vengano dati da chi ha acquistato e provato il
prodotto.
Anche qui non darò votazioni (come non farò mai più un Knit Contest -non
siamo avvezze giudicare e ad essere giudicate- ché, anzichè formare
spirito di partecipazione e di corpo, fomenta inutili e sterili
risentimenti).
Mi limiterò a dire perchè ho scelto il filato in questione e per cosa è
stato usato o per cosa lo userei io, percorrendo la via dei miei
percorsi mentali, che è questa... il pattern come mezzo per il filato,
che è il fine ultimo, a differenza di quella tipica del pensiero
knitteriano, il filato come mezzo per il pattern/progetto.
Badate bene. Nel mio pensiero non c'è niente di machiavellico. Un
filato, se mi aggrada, lo acquisterei a prescindere dalla sua vendita e
dal pattern. Niente di più ingombrante di un acquisto in funzione di
qualcosa che non dia prima di tutto il mio piacere.
Filati "imposti" dai rappresentanti/produttori o dalla richiesta del
momento sono a languire nel mio magazzino. Anche uno dei miei recenti
acquisti, nonostante la foga di richieste, non riesco proprio a proporlo
e a venderlo.
Non faccio il nome, per delicatezza nei confronti di chi me l'ha
venduto, ma non ho problemi a dire al cliente (chi mi conosce lo sa che
non ho peli sulla lingua in fatto di lana et similia), benchè mi
tiri la zappa sui piedi -e la zappa fa male- (bella questa metafora!),
"questo filato a me fa veramente schifo".
Farei schifo a me stessa a far passare per buona una cosa che per me non
lo è.
Quindi, con l'animo sgombro da ogni tipo di arrière-pensée,
mi accingo a tale lavoro di presentazione.
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