Non è stato amore a prima vista, né colpo di fulmine nei confronti dei
filati della Filitaly-Lab.
Un po' come quando hai vicino a te una persona che non ti interessa, ma proprio per niente, non è manco il tuo tipo e poi, per un particolare, uno stupido, banale dettaglio, la percepisci nella sua interezza, ti accorgi di non averla mai "vista" prima d'allora e poi decidi di dividere con lei un pezzo di -o tutta la- vita, magari stringendo un foedus (patto d'amore eterno) indossando un cappottino d'altri tempi come quello della foto in b/n qui a fianco...
Successe così...
Avevo visto qualcosa di simile (erano le stesse? Boh!) in Grignasco, un paio
di anni fa. Le "alpachine" non mi avevano proprio interessato...
Inoltre, la presentazione (postuma) entusiastica fatta in altro (ed
alto) loco mi
sembrava più un battage pubblicitario che una vera e propria
passione.
Troppo chiasso, troppe lodi, che sembravano prezzolate (anche se conosco
l'onestà intellettuale di una delle persone che parlavano di tali
filati, quasi
estasiate).
A dire il vero, questo sospetto non fu solo mio, ma alcune
clienti/amiche/forensi mi segnalarono il fatto come anomalo, per dei
filati che per giunta contengono una percentuale di poliammide.
Di solito, si pompa una cosa che non vale quanto luccica (come si dice, è
"brillante",
ma non è "un" brillante!)...
Ripeto, non mi avevano convinto, queste alpachine. Inoltre il mercato
dell'alpaca in Italia è difficile, molte persone non sopportano tale
filato (io, per prima, sono allergica, nonostante sia innamorata della
Frog Tree Worsted e dei suoi colori).
Poi, visto che il cliente ha sempre ragione e che c'era interesse di
vedere cotanta decantata meraviglia (ecco, mi viene in mente ciò che
pensai allora. Alla fiaba di Andersen I
vestiti nuovi dell'Imperatore), acquistai le "alpachine", dapprima
nei
colori naturali.
Non sto a riferire i primi impatti delle clienti con questo
filato... Tutto qui? Manco morta!
Vi risparmio i miei commenti, da scaricatore di porto, forse proprio
perchè prevenuta sia
dalla composizione del filato (quella poliammide non mi andava proprio
giù)
che da ciò che ho detto sopra...
Poi l'interesse di Stefano (la persona più motivata ad imparare a
lavorare a maglia mai
conosciuta in questi lunghi sette anni di corsi), per la Puno2 (lui che
ama lavorare lane pregiate, come
il cashmere e la Blue Sky Bulky, per citarne due), per non parlare
del
commento entusiastico di PaolaeMargherita (che in quanto a bei filati
-in particolare, una delle poche estimatrici di alpaca- non si fa
mancare niente) e di quello superpartes della dolce Somi, il
giudice più imparziale che ci possa essere, mi hanno incuriosito...
Ma è stato un pezzettino di maglia rasata nella lavorazione dell'Icing Swirl Hat di Ysolda, realizzato da monelia in blu con la Puno2, a farmi
cambiare parere.
La maglia rasata è la lavorazione più scontata, ma (a
parer mio) la più difficile prova per un filato, che ne esalta la
bellezza,
caratteristiche o pecche del colore e del filo...
Nuvola di burro, ma chissenefrega. Detesto la panna montata, sono
intollerante al latte ed ai suoi derivati, lo zucchero
filato è stucchevole e le mie lane preferite sono quelle che badano al
sodo, come una pagnotta di grano duro, la Kauni, la Jamieson's, la New
Lanark Donegal Tweed, per citarne alcune...
Ma il risultato ottenuto con la Puno2 in quel cappello era veramente
strepitoso...
Mi ricorda la vecchia e tanto amata (e venduta) Tyrol (e mi sovviene che anche
in quel filato c'è una percentuale di acrilico...).
Anche se non consiglierei la Puno2 per fare cappelli...
La trovo sublime
per cappottini (che peserebbero troppo con una lana corposa), per
mantelle
e sciarpe. In questo momento sta andando forte il cappotto (da sposa)
pattern di Marelli (foto sopra), contenuto ed acquistabile in Milleidee,
dove è
proprio la maglia rasata che valorizza il filato.
Come già detto altrove, questo cappottino non è solo per chi si deve
sposare...
Io lo vedrei color mirtillo o lampone (sono i nomi che
ho dato -sto rivendicando la maternità- ai colori 838 e 843, che
erano finora solo "numeri") per una serata elegante o per una giornata
(in)
metropolitana.
Se un filato regge alla prova (in) metropolitana, regge a tutto il
resto, anche ad un matrimonio...
Già che ci sono racconto questo fatto...
Tanto tempo fa,
quando vagavo con la mia compagna "di viaggi" Linda, tra fuffe varie in
cerca
di filati ed ero in perenne crisi di astinenza e relativa compulsione
all'acquisto di qualsiasi cosa gomitolata o in matasse, anche a chili,
(non avendo allora un negozio intero a mia disposizione),
comprai una "lana" -chiamiamola così per rispetto al ricordo dei tempi
che furono-, con la
quale mi feci (si, ho detto "mi" feci, con le "mie" belle manine) un
cappotto che copriva appena l'inizio degli stivali.
In realtà doveva essere leggermente più lungo (metà stivali), ma la
"lana" comprata a stock non era bastata.
Lo indossai per una giornata dedicata agli acquisti, alcuni giorni prima
di Natale, in centro a Milano.
Metropolitana, Corso Vittorio Emanuele,
puntatina in San Babila allo storico Fiorucci, ritorno alla Rinascente,
metropolitana, tra una folla incredibile e carica di pacchi e sacchi e
pacchetti e
sacchetti.
Sentivo che ad ogni passo, ad ogni spintone involonario tra i passanti,
ad ogni gradino della scala mobile, il cappotto cedeva, cedeva,
cedeva...
Arrivai a casa con un maxi cappotto (il mio,
all'inizio, era meno che midi -come si diceva allora-), che aveva
persino lo strascico, proprio come un abito da sposa...
E sì che c'era
mooolto acrilico in quella bella "lana" grigiotopo e la mia "mano" è
quasi sadica (per tirare il filo mi faccio male alle dita, sono persino
masochista)!
Beh, torniamo alla Puno2... Stringetela, senza pietà, tanto vive
ugualmente...
Perfetta anche per Il Blù, al posto della Tyrol.
Per quanto riguarda la Piura, la vedo come valida sostituzione della
splendida Mohair Extra Fine in un pattern della Be Sweet. Adatta per cappe,
stole,
per virtuosi ed impalpabili lace.
Saranno perfette entrambe per il Moebius Cowl di Cat Bordhi del Workshop del 3 luglio, durante il Camp...eggio in Knit-House.
Ma, direte voi, in questo caso, come finì la favola de I vestiti
nuovi dell'Imperatore?
Che mi avvicinai ai vestiti,, ehm, ai filati dell'Iimperatore, li toccai,
novello San
Tommaso, ed invece di dire, ...Alberto è in mutande! scoccò la
scintilla.
Non per la poliammide, neh!
Il Manta ? E' un'altra storia.
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