A proposito di knit bar di provincia |
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Scritto da Maria Luisa
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giovedì 08 marzo 2007 |
Oggi Graziella mi ha raccontato una cosa che ha dell'assurdo.
Al centro sportivo di Veduggio, dove Graziella porta sua figlia a pattinaggio artistico, c'è un bar dove si riuniscono le madri ad aspettare la fine della lezione.
Si sono sedute in cinque, tra cui anche lei, per tre volte a "sferruzzare" e a lavorare all'uncinetto, consumando chi un caffè, chi un the, per non più di due ore.
Negli altri tavoli vicini, altre mamme leggevano un libro o facevano la Settimana Enigmistica.
Alla quarta volta, sono state richiamate dalla gestrice, che le ha
pregate, per modo di dire, di non portare più il lavoro a maglia da
fare nel suo bar, essendo tollerata solo la lettura.
Graziella ora si mette con le altre knittatrici sulle panchine,
all'aperto, vicino al centro sportivo, con la bottiglietta d'acqua
portata da casa.
Si è chiesta come mai questa discriminazione, senza darsi una risposta plausibile.
Diamogliela noi, se riusciamo.
Questa è la mia proposta, che mettiamo in atto già da martedì prossimo venturo, presso il Tea Rose di Monza.
Vedere da quanti e quali locali ci cacciano, girando quelli di zona con i "ferri del mestiere" e sostando con la consumazione ed il lavoro da fare.
Riportare di seguito questi locali e pubblicare qui il loro nome, con la scritta "vietato l'ingresso alle knittatrici".
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