Conobbi la Ito (e i suoi filati sottili) alla Fiera di Cologna cinque anni orsono. Era in uno Stand piccolino, all'entrata della Fiera, davanti alla Opal, con la sua banale lana per calze.
Non fu amore a prima vista, se non per l'Urugami (lana e carta, interessante!). La Kinu non la presi neppure in considerazione, perchè mi sembrava molto simile alla Habu Tsumugi, che avevo già (pensavo, molto più esoterica!). Le "caramelle" Sensai, che ora vanno a ruba, neanche quelle attirarono la mia attenzione...
Credo, ma non sono neanche certa che ci fosse, di aver snobbato persino lo stand della Holst Garn.
Come dico sempre, ritengo che ogni cosa abbia il suo perchè ed il suo tempo, e a quei tempi le knitters di Unfilodi
(io parlo sempre della mia realtà, quella degli altri, che allora, in Italia,
manco esisteva, non mi appartiene, né mi interessa) amavano i variegati
della Malabrigo o della Manos.
Ora della Malabrigo si usano quasi unicamente filati come la Lace e la splendida Baby Silkpaca, nelle tinte più unite possibili.
I tempi sono cambiati... L'approccio ai filati è differente, ora. Il
variegato è usato a piccoli tocchi, quasi caduto in disuso.
L'anno scorso, in questo periodo, era regno incontrastato della Peppino, due anni fa era sovrana la Gradiance The Unique Sheep, quest'anno non divide ma impera la Ito, con la Kinu, l'Asa, la Sensai, la Serishin, la Tetsu (presto tra noi), per non parlare della Holst Garn Coast, Titicaca, Supersoft e della Tussah Tweed BC Garn (non ancora online, com'è arrivata, così se n'è ita).
Tinte unite? Diciamo "mosse", in ogni caso particolari.
Per quanto riguarda l'approccio al lavoro a maglia, osservo nelle knitters che frequentano Unfilodi da una parte, il desiderio di approfondire conoscenze lasciate in sospeso con l'avvento del "tutto d'un pezzo" (ha infatti il suo perchè lo Smart Course Finiture di Tanya Shaplyk ) insieme alla voglia di continuare con il top down (Antonella e Silvia lavorano su questa scia, coi loro corsi), preferito (non chiedetemi il perchè) al bottom up, dall'altra la voglia di sperimentare nuove forme "informi" ed "Informali".
La rivoluzione in questo senso è stata apportata soprattutto da stilisti come Stephen West e Veera Välimäki, con il loro studio del colore e l'uso di filati differenti in costruzioni inusuali.
Lisa Mutch, quasi sconosciuta, ora è amata da tutte noi, in Knit-House, alla follia, anche dalle più "formali" delle mie clienti.
La sua NBK, merino e seta, straordinaria (verrà usata nel WorkShawl© di Laura Virgina Manfredi del 31 maggio p.v.) ha dei colori che solo Lisa Mutch sa creare, che sono "sfumati", non variegati.
Nella rivoluzione copernicana ci mettiamo pure Anthony Casalena, che sarà con noi, in Knit-House, venerdì 4 luglio, di pomeriggio, insieme a Laura.
Dicevo, i tempi sono cambiati, così come sono cambiati i modelli e, soprattutto, gli scialli.
Un apporto notevole a questo cambiamento, in Knit-House, è stato dato da Laura Viriginia Manfredi, con l'approccio "a modo suo" alle contaminazioni dei modelli d'autore.
Ecco che, a questo punto, hanno senso filati sottili, come quelli della Ito e della Holst Garn, che abbinati, miscelati, doppiati, assumono una nuova vita. Da questi "riimescolamenti" escono dei capolavori.
Per continuare su questa scia di rinnovamento, come ho già accennato, si pone il prossimo WorkShawl© Unosciallealmese con Laura Viriginia Manfredi, il 31 maggio, dalle 10:00 alle 18:30.
Presto le informazioni, l'ispirazione, la contaminazione (totale!) ed i biglietti online.
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