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Le figlie dei fiori PDF Stampa E-mail
Scritto da Maria Luisa   
domenica 25 settembre 2011
Knit Collage: Rolling Stone - WoodstockCosa può fare una matassa... Racchiudere i nostri ricordi più lontani...

Il punto di partenza, la strana lana indiana, quasi un viaggio tra luci psichedeliche, di Knit Collage, Rolling Stone e Gipsy Garden, fiori, rubains, lustrini... Per una strana associazione di idee, -uno dei colori di questo filato si chiama Woodstock- eccomi proiettata nel lontano 1970, in quell'isola dove molti di noi avrebbero voluto esserci, l'isola di Wight.

Per noi, che non ci siamo stati al festival tenuto su quell'isola (per chi vuol vivere un po' di quell'atmosfera qui, qui e qui) dove si esibirono nella mitica edizione del 1970, tra gli altri anche Jimi Hendrix, poco prima della sua morte, arrivò la voglia di "pace e amore", di "fare l'amore e non la guerra" e pure questa canzone, riadattata poi anche nella nostra lingua da uno dei primi complessi italiani (il più grande nostro complesso era -ed è- proprio quello di essere italiani...).

Questo è quello che passava il convento, o meglio la radio, che non era ancora "libera" e non aveva ancora la modulazione di frequenza, questo è ciò che è rimasto di quell'isola, nel mio immaginario di ragazzina tredicenne, che andava ancora alle medie, appunto, dalle Canossiane... Poi arrivò la "compagnia"...

I pezzi del collage dei ricordi si posizionano ora  piano piano perfettamente uno vicino all'altro... e mi torna in mente la mia stanza tappezzata dai poster di Jim Morrison, quando era bello come un dio, ma io preferivo i rossi capelli al vento di Ian Anderson, che ci ricordava che "niente è facile" (e che nella presentazione del filmato che ho scelto, ci rammenta pure che il tempo passa, -ma dov'è finita la tua fulva criniera?-...), di Jimi Hendix, di Janis Joplin insieme a quelli, è stupido nascondere il nostro passato musicale, di Lucio Battisti... Tanti capelli in testa, possibilmente ricci.

Ho sempre desiderato i capelli ricci, ma la natura mi ha dato degli spaghetti, resistenti alla cottura di permanenti, tinte, decolorazioni a 60 volumi, ma, porco cane, lisci. Così la notte del sabato di quei tempi lontani andavo a dormire con i capelli bagnati e stretti in tante treccine, che srotolavo la domenica pomeriggio per la festa nella cantina di Angelo. Il risultato era strano e durava pure poco, tanto che mi chiamavano, in compagnia, ragazzina dai capelli "ostregati".

La grande compagnia della Latteria, tentativi di noi, ragazzi di provincia, di imitare la libertà dei ragazzi di Woodstock e di Wight nel parco del Lambro....E ci sentivamo, Renata ed io, veramente "figlie dei fiori", con le fasce di raso sulla fronte e tra i nostri lunghi capelli, danzavamo a piedi scalzi nei nostri vestiti leggeri, corti e svolazzanti tra i capelli "quasi" lunghi dei nostri amici sdraiati sull'erba.

La cantina di Angelo, dove passavamo i pomeriggi del sabato e della domenica a ballare ed ascoltare la musica (e dove  ci fu la mia prima festa di sera, l'ultimo dell'anno del 1970) con le scritte "peace and love", i simboli disegnati sui muri, gli immancabili manifesti ed un flash, tra i primi abbozzi di luci "psichedeliche" (quasi lucine dell'albero di natale, che si accendevano e cambiavano colore, -sembrava- al tempo di musica), Aqualung e Gentle Giant, sul tavolo vicino al giradischi, in fila per essere ascoltati.

Dopo la pace, la musica e l'amore, arrivò anche la droga, a Carate, non il fumo, no (quello arrivò postumo), direttamente l'eroina.

La compagnia si sciolse, in parte bruciata su di una stagnola...

E morirono in tanti e pochi si salvarono prima del precipizio, alcuni, il mio rosso "uomo" (sedicenne) di allora, che assomigliava a Peter Fonda in Easy Rider, quello con cui scappavo, dopo aver sciolto le trecce, in moto all'uscita della scuola delle suore, mi risulta sia ancora in una comunità di recupero.

Fu breve ma intenso, quell'anno, dall'estate del '70 all'estate del '71. Poi giunse il ginnasio a togliere il tempo di morire... Aut liberi aut libri.

Arrivò anche una nuova compagnia, e poi un'altra ed un'altra ancora...

I fiori che colsi, mentre danzavo nel parco vicino al Lambro, li conservai nel granitico Rocci, che il dolce Massimo, mio compagno di liceo, si offriva di portare al mio posto fino alla stazione, all'uscita della scuola...

Poi quei fiori non li trovai più, sgretolati tra una versione e l'altra di greco. Ecco, no, li ho ritrovati in questa lana, da dove è partito il mio viaggio...


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Commenti (2)
1. 26-09-2011 16:26
come ti capisco...
ah, se ti capisco. 
stesso problema di capelli, stesso periodo, stesso wannabe, My God... peggiorato dal confronto col mio compagno di liceo che mi aveva fatto conoscere i Jethro Tull: aveva una enorme cascata di riccioli e... suonava il flauto (che studiava al Conservatorio). 
l'unica volta nella mia vita che abbia desiderato di essere altro da me stesso... 
... beh, se mangio troppo pane e salame, poi sogno di suonare la chitarra come Carlos Santana, ma questa è un'altra storia: in realtà, ho suonato, per davvero... la batteria. 
grazie per il flashback.
Registrato
admin
2. 26-09-2011 19:15
come ti capisco...
Oh quanti ricordi! Woodstock, le treccine di lana colorata sulla fronte, i pantaloni a zampa con le frange, il mitico Jimi che suonava la chitarra con i denti, ciondoli Peace and Love ovunque, e il mitico Concert for Bangladesh dei mitici FabFour di cui ho ancora il cofanetto a 33 giri!!!Quell'estate del 70 avevo 15 anni ed una compagnia fantastica: anche io ho perso qualche caro amico che, dopo essere andato in India, è tornato vestito di arancione e con i capelli rasati oppure in una bara...Quanto dolore per avere appena 15 anni!ma quanto divertimento spensierato in quelle cantine/discoteca attrezzate di tutto! 
Grazie, Lulù, ancora una volta siamo sulla stessa modulazione di frequenza.
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