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L'estate di San Martino PDF Stampa E-mail
Scritto da Maria Luisa   
domenica 11 novembre 2012
Sulka Mirasol & funghiSottotitolo: Tempo di funghi e di Mirasol Sulka.

Chi rimpiangeva l'Azapa dell'Araucanìa, che non è più in produzione (son sempre i migliori a morire), può trovare in questa lana la sua degna sostituta.

Io non amo la lana morbida, non è un mistero che preferisco il tocco rustico della Kauni e della Spindrift Jamieson's Shetland o quello della Cascade 220 (a breve riarriva!) alla morbidezza della Manos Silk Blend, ad esempio -preferisco la sorella Clàsica a lei!-.

Tuttavia sono rimasta affascinata dalla Sulka, soprattutto dalla sua capacità di attirare i raggi del sole (lo stesso potere che ho trovato nelle Miski e K'acha -sarà un caso che il progetto che le accoglie si chiama Mirasol?-)

Mirasol Sulka & funghiInfatti l'ho fotografata in pieno sole e sembrava che la luce dell'estate di San Martino fosse tutta per lei, la Sulka, e per quel fungo, che ho voluto immortalare insieme, coi suoi riflessi dorati, che pareva mi dicesse, mangiami, mangiami... Trifolato o fritto... Col cavolo! Non voglio morire come l'Azapa!

Dicevo della Sulka... Meravigliosa nel top down realizzato da Antonella, che ha il sapore dei maglioni con lo sprone jacquard di un tempo, ma con un'allure nuova, sicuramente dovuta al filato (Lana Merino 60% Alpaca 20% Seta 20%), oltre che per le tecniche più raffinate usate dalle knitters dei nostri tempi.

E proprio come funghi sono spuntate le nuove adepte della maglia, ogni giorno si vedono volti nuovi in Knit-House, desiderose di imparare e lavorare, soprattutto coi circolari, che hanno spiazzato alla grande i ferri dritti.

A proposito invece dell'estate di San Martino, chi non conosce la leggenda?top-down di Antonella

Beh, se non la ricordate, ve la riassumo io.

Martino, che allora non era un santo, cavalcava in mezzo a prati e a boschi innevati, in un rigido inizio di novembre. Mancavano quattro giorni di viaggio per arrivare a casa ed il freddo era così pungente che neppure il mantello che aveva indosso bastava a proteggerlo.

D'un tratto vide un vecchietto che vagava nel gelido scenario senza di che coprirsi... Martino prese la spada, no, ferme, non uccise per pietà il vecchio, si tolse il mantello e zac! lo tagliò in due, dandone metà al poverello infreddolito.

Come  per incanto (sarebbe più opportuno, visto che siamo in odore di santità, dire "come per miracolo"), tutta la neve si sciolse, e un tepore quasi (dico "quasi") estivo avvolse il bosco, i prati, ed un tiepido sole riscaldò un po' del viaggio di Martino. E allora chissà quanti funghi spuntarono! Ma questo non ci è dato sapere...

Tuttavia, dopo qualche ora di sole, ritornò il freddo, la neve e chi più ne ha più ne metta, ed un altro vecchierello canuto ed infreddolito gli si parò innanzi. E così successe per altre tre volte, durante il suo viaggio, finchè Martino perse del tutto... la pazienza? -no, ecchecavolo! non per niente è diventato santo!- la cappa (praticamente arrivò a casa mezzo nudo e probabilmente, coi continui sbalzi di temperatura, si beccò pure la polmonite, ma anche di questo non ci è dato sapere)... Arrowhead Poncho

Ogni anno, da allora, a novembre, tornano quei quattro giorni di tepore che fanno quasi (e anche qui ribadisco il "quasi") dimenticare di essere alle porte dell'inverno.

Quando, qualche settimana fa, ho cercato per Stefania un pattern di mantella (la voleva bella lunga, per il freddo incipiente) ho trovato questa che vedete in foto (il cui pattern trovate qui), praticamente due rettangoli cuciti insieme, mi è tornata in mente la leggenda della cappa di San Martino...

Se per caso -ed il questi tempi non è così raro, purtroppo- doveste incontrare per strada qualcuno che ha freddo, armate del kit di sopravvivenza che portate sempre con voi, da buone knitters, che ci vuole a scucire una mantella come questa e a darne la metà all'infreddolito?

Il filato consigliato, la Sulka, naturalmente, che non a caso, fa parte di un progetto etico!



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Commenti (1)
1. 14-11-2012 08:03
Quanto mi sono disperata per la dipartita della Azapa....una lana davvero eccezionale, leggera come una piuma e calda come un piumone di piuma d'oca. Ci ho realizzato ben tre capi. Spero di venire a palpugnare a breve la Sulka, perchè in questo periodo stò lavorando lane secchine, molto belle, poi è bello cambiare, ma il filato coccoloso mi manca un pò. 
Spero di vdervi presto!!!
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