Appuntamento al Knit Café
Lifestyle
di
Isabella Lechi
Gioia & Co - 24.03.07
Torna la voglia di tricot.
E fa subito tendenza. Le star sferruzzano, le ragazze si
incontrano in atelier e bistrot per
usare ferri e uncinetto. E gli stilisti lanciano
la moda del "fatto a mano"...
Volete un passatempo piacevole e modaiolo? Datevi alla maglia. Proprio così. La
nuova tendenza arriva dall'America e più precisamente da New York, dove sono
sorti numerosissimi knit cafè. Punti di ritrovo per autentiche appassionate che si danno appuntamento in locali ultra chic per fare due
chiacchiere e sferruzzare insieme.
Una moda che oggi arriva, per
non dire "torna", anche in Italia. Grazie al Naba, la Nuova accademia di belle arti,
che ha deciso di portare i knit cafè a Milano organizzando incontri occasionali in luoghi glamour: il caffè
design della Triennale, l'atelier di Vivienne Westwood, il bistrot del museo della
Bovisa, quartiere ex degradato oggi di tendenza. Il riscontro è stato ampio ed
entusiasta. Grazie anche a un bravo insegnante che ha aiutato le principianti a
prendere confidenza con il kit da lavoro messo a disposizione dagli organizzatori.
Roba da donnette d'altri tempi? Macché, persino un macho come Russell Crowe non ha esitato a
farsi fotografare con i ferri in mano. E Julia Roberts è diventata un'autentica fanatica del tricot,
felice di preparare il corredino per il prossimo figlio, dopo essersi esercitata per un paio d'anni con i gemelli
Phinnaeus Walter e Hazel Patricia. L'attrice si è innamorata a tal punto della maglia da aver scelto un titolo alquanto eloquente per il film che segna
il suo ritorno sugli schermi americani,
previsto per la fine del 2007: The friday night knitting club. Fra i vip
è una vera mania. Che ha contagiato Urna Thurman, Catherine Zeta-Jones, Sharon Stone, Madonna, Sarah Jessica
Parker e Kate Moss.
Persino i fashion
designer se ne sono accorti. E hanno inserito nelle loro collezioni capi fatti a maglia: i maglioni di Dolce & Gabbana, i
cappelli di Burberry e Mare Jacobs, giusto
per fare qualche esempio. La "knit tendenza" esce dai confini della
moda e dell'hobby e si fa largo nel
costume: in America i Knitta group, gruppi di "folli sferruzzatrici", ridecorano l'arredo urbano con capi
creati appositamente da loro. A metà
strada fra i fuori legge e i ladri di nanetti. da giardino, approfittano del buio per rivestire i piloni delle insegne
stradali con completini tricot. Ma
torniamo in Italia: per chi vuole imparare a sferruzzare l'appuntamento è a Firenze, in concomitanza con l'esposizione Pitti
filati. Nell'area della stazione Leopolda
dal 5 al 7 luglio si terrà il primo knit-out italiano, raduno di appassionati
di maglia e uncinetto. (Info: www.do-knit-yourself.com, tel. 02973721).
Provato per voi
- Racconto di una serata particolare
Venerdì sera, il Caffè design della
Triennale di Milano è quanto mai affollato. E' in programma il primo incontro
dei knit cafè. La folla è eterogenea. C'è Virginia, 22 anni, vuole
imparare, ma parte da zero. «Non ci riuscirò mai!», continua a ripetere
sconsolata. Per fortuna c'è Giuliano Marelli, lo stilista-insegnante che con
infinita pazienza le spiega come mettere i primi punti. La sua amica Carlotta, sua
coetanea e compagna di studio ad Architettura, è più fortunata. «Mia madre è una vera
esperta. Per questo ho già una certa familiarità. Perché voglio migliorare? Per
rifare con le mie mani la borsa a maglia di Ferragamo».
Cristina ha 30 anni e un lavoro da web designer:
crea siti Internet. «Sono due
mondi agli antipodi? Tutt'altro», spiega. «Per riuscire è necessaria tanta pazienza e una buona dose di creatività».
Fra un aperitivo e una
cioccolata calda le chiacchiere diventano sempre più piacevoli e confidenziali. Si racconta la
propria vita a perfette sconosciute a cui, in altre occasioni, non si sarebbe
nemmeno rivolta la parola. Nascono nuove amicizie. Come quella fra Laura e
Bernadetta, che fra un ferro e l'altro confrontano il loro impegno di volontariato nell'Albo,
l'associazioni
che assiste i bambini ricoverati in ospedale. Eleonora e Stefania, laureate al Politecnico di
Milano, hanno un unico sogno nel cassetto: lavorare come cool hunter per un
designer. E sferruzzare è già un primo passo. Daniele, 35 anni, una laurea in architettura, è
l'ultimo ad
arrivare. Si vede che è un po' a disagio. E' l'unico uomo, lo notano tutti. In
pochi minuti si ritrova accerchiato da dieci donne, sotto lo sguardo indulgente di Leda, la sua
fidanzata, che lo guarda protettiva. E io penso: "Be', è carino. Quasi
come Russell Crowe".
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