------- CARATE BRIANZA -------
E' "lana-mania": una knit-house in città
di Alessandra Botto Rossa.
Il Cittadino - 10.10.09
In via Ariosto, una volta al mese, si riuniscono donne provenienti da tutta Italia per seguire i corsi del laboratorio.
Lulù de Angeli aveva all'inizio aperto un negozio, poi è passata a un sito web in cui i contatti sono...
• A Carate è "lana mania". Si ritrovano, virtualmente, ogni giorno sul blog del sito internet "Un filo di..". Poi, una vola al mese, si incontrano in carne e ossa, in città, in via Ariosto, ospiti dell'elegante villetta che all'occorrenza si trasforma in knit-bouse, spazio di aggregazione femminile strapopolare in America, con corsi di maglia e shopping oniine. È della caratese Maria Luisa "Lulù" De Angeli l'idea di aprire - primo in Italia, nel 2003 - un knit-cafè in un negozio di lana sotto i portici di via Buttafava. Dal negozio al web il passo è breve e nel 2007 nasce il sito "Un filo di...", primo sito italiano di maglia, che oggi conta 8mila utenti da tutto il mondo. «Poi è scoppiata la moda dei knit-cafè - racconta l'ideatrice - e allora ho trasportato il tutto a casa mia». Le corsiste del laboratorio arrivano da ogni angolo d'Italia. Si conoscono con il soprannome con cui si incontrano sul blog a caccia di consigli e ultime tendenze. Giovanissime e meno giovani, casalinghe o donne in carriera, sono figlie, mogli o madri, unite dal filo rosso che Lulù definisce "lana dipendenti". Cristina, 31 anni, neurologa, prende ogni mese l'aereo da Roma e non perde una lezione: «Qui non lavoriamo solo a maglia, facciamo qualcosa che va oltre gli schemi. La bellezza della lana sta nel costruire qualcosa partendo da zero. Lavorare a maglia non è un passatempo: è una scienza». «E non è certo roba da pensionate», aggiunge Carlotta, 25enne in arrivo da Firenze. «Sia chi frequenta il seminario, che chi frequenta i corsi settimanali - spiega De Angeli - parte da un progetto e lavora su quello, con i consigli dell'insegnante che arriva da Pavia». Alle pareti della stanza che fa da aula di lezione, un'infinità di gomitoli di lana. Si può scegliere tra la manus dell'Uruguay o la kaum dell'Estonia, lane coloraiissime e esclusive, equosolidali ed ecologiche, tinte e filate a mano, che in Italia proprio non si trovano. Cosi come non sono in commercio i ferri particolari che permettono di realizzare i metodi più avanzati. E nelle pause tra una sferruzzata e l'altra nel seminario, le "lana dipendenti" si raccontano, si consigliano e fanno shopping davanti a una tazza di caffè, mentre Luna, il border collie che è la mascotte del gruppo, passa e ripassa sotto le gambe delle sedie che accerchiano il lungo tavolo. «Impossibile resistere. E poi - confidano - amici e parenti ci commissionano tanto di quel lavoro che le scorte non bastano mai».
Aggiungi ai preferiti (5330) | Riporta quest'articolo sul tuo sito! | Visualizzazioni: 122997 | Stampa
|