Quello che voglio donarti nel mio spazio è l’opportunità e l’invito a riscoprire l’importanza dei nostri sensi.
Toccare. Maneggiare, lavorando. La lana, morbida, calda, il cotone, che sa di fresco, la canapa dura e rigida come una corda, la rafia che si sbriciola in mille fili tra le mani, la seta così scivolosa, che sembra scappare dalle dita e dai ferri.
Vedere. Divertiamoci ad accostare i colori dei filati, seguendo il nostro umore, il rosso anguria, che ci ricorda il caldo di quest’estate, il giallo polenta, il colore della zucca, i toni dell’erica, dell’uva, il pervinca, il viola, meditativi, il colore del muschio e delle foglie, verdi ancora per poco, che sbiadiranno nei toni sommessi e caldi dell’autunno, il grigio dell’inverno, spruzzato di bianco neve e di ghiaccio, il bianco e il nero, gli estremi che si toccano, l’azzurro del cielo e del mare, il rassicurante blu della notte. Gli scintillii dei brillantini, delle paillettes, delle perline di cristallo che catturano i bagliori del sole e ci ricordano le stelle.
Ascoltare. Le parole delle persone, il rumore dei ferri, la musica che ci fa stare bene con noi stessi o ci fa immaginare terre lontane. O ricordare. Di ascoltare qualche volta anche il battito del nostro cuore.
Odorare. Lavoriamo, magari accendendo davanti a noi un bastoncino d’incenso, così pregiato ed apprezzato nell’antichità, tanto da essere regalato anche al Re dei Re, nelle profumazioni dell’ambra, del sandalo, delle foglie di pomodoro, della cannella, della vaniglia, note esperidate, agrumate, maschili, o sensuali, di frutta, di fiori e di mare. Annusiamo un gomitolo di lana che sa di tempi passati, lo stesso profumo che usciva dai bauli della nonna.
Gustare. Il dolce e l’amaro. Il salato e l’insipido. Concedendo al nostro palato, mentre sferruzziamo, qualche peccato di gola, un biscotto, un cioccolatino, il caffè, una tazza di the. Per puro vezzo e per coccolarci un po’.
Facciamo un patchwork di tutte queste sensazioni e percezioni, e tentiamo di sentire le cose che ci circondano, di prendere e pretendere il benessere che ci possono dare. Cerchiamo di acuire i nostri sensi, in un tempo dove tutto è virtuale.
L’augurio che ti faccio è quello di essere sempre “curiosa”, nel senso di “prestare attenzione”, guardare, annusare, gustare, toccare, sentire con “cura” ogni momento della vita.
Ti aspetto.
Unfilodi…Luisa
Aggiungi ai preferiti (1301) | Riporta quest'articolo sul tuo sito! | Visualizzazioni: 7435 | Stampa
|