Premessa: il cioccolato -specie se al latte- ed i dolci in genere non mi piacciono... Troppo... dolci.
Dico sempre, per scherzare, che preferisco una pedata nel sedere -metaforica, neh- che una fetta di torta.
E sì che mio nonno era un famoso pasticcere e pure mio papà, quando mio nonno morì (era giovane), dovette diventarlo, pur continuando a studiare...
Neppure lui amava troppo i dolci, nè le dolcezze. Curava molto il suo aspetto esteriore e si cibava di arte (e di belle donne).
Come mio padre, nemmeno io amo le persone troppo sdolcinate, penso che nascondano qualcosa al di sotto della glassa.
Passo molto tempo davanti allo specchio, mi trucco e non mi piace lavorare a maglia. Adoro la lana (ma questo si era capito, o no?).
Mia mamma, alla quale dedico questo mio articolo, era tutt'altro che dolce e neppure lei amava i dolci e le sdolcinatezze.
Eppure uno dei profumi che me la fa ricordare nel pieno della sua vita è quello del Ciocorì.
Non so più neanche se esista ancora in commercio, ma il suo profumo è
rimasto dopo anni ed anni, imprigionato nel legno della madia che
avevamo nella casa di montagna e che ora è in una delle mie cucine.
Se voglio risentirlo, basta che apra un anta del mobile...
Anni sessanta/settanta. L' estate la passavamo per almeno due mesi in
montagna, mia mamma ed io, poi ad agosto andavamo nella casa al mare...
Quando si riapriva la casa, agli inizi di giugno, per le pulizie, prima
di restarci, la mamma faceva la spesa e le provviste per i due mesi da
passare in quella dolce casa.
Mi ricordo il latte condensato della Nestlè, nel tubetto da dentifricio,
ogni tanto qualche cucchiaino ce lo mangiavamo, nature, senz'acqua...
Per la merenda del pomeriggio comprava ogni inizio estate anche delle
tavolette di Ciocorì, che restavano nella madia da un anno all'altro (e
per questo il legno rimaneva impregnato del loro profumo), perchè
nessuno di noi lo mangiava, il cioccolato... Ma se avessimo voluto, era lì. A portata di
mano.
Ogni tanto, ce lo concedevamo, un pezzettino io e lei. Solo Linda, la
mia inseparabile amica del cuore, che divideva con me le sue vacanze, lo
apprezzava... Ma neanche tanto, nemmeno lei molto amante dei dolci. Chi si somiglia, si piglia.
Mia mamma non soleva truccarsi, donna pratica, pragmatica e
razionale... Sempre di fretta, in ufficio con mio padre. Poco tempo per
coccolarsi (e coccolarmi).
In montagna però teneva nel comodino azzurro provenzale un vasetto di cipria, un rossetto ed il mascara.
Amavo aprire quel cassettino, aprivo la cipria e ci mettevo il naso per
sentirne il profumo... Un altro profumo che mi riporta a lei. Ed il
colore l'ho ritrovato nel Pink Lemonade Brushed Suri.
Spesso si truccava, in montagna, la mia mamma e si metteva il prendisole
azzurro, che io tanto amavo (lo conservo ancora,come se fosse il suo
abito da sposa) e che mio padre odiava, non ho mai capito il perchè.
Come odiava la casa in montagna (e sì che l'aveva progettata ed arredata
lui!). Ci veniva di rado.
Mia mamma ha sempre detestato il lavoro a maglia e le persone che lo facevano. Tempo perso.
C'era il gruppo delle "signore bene" che al pomeriggio sferruzzavano nei
vari giardini, che la invitavano, ma lei preferiva stare nel nostro, di
giardino, da sola (e poco sole, le venivano le lentiggini...) sotto le
piante di castagno a leggere.
Però mi fece (senza che io lo sapessi) un maglioncino azzurro, con le maniche
alla raglan, mentre io passavo i pomeriggi a correre nei boschi e nei
giardini dei miei compagni di gioco (era il periodo delle grandi
compagnie, quelle estive), così bello e ben fatto, che mi domandai da
chi avesse imparato...
Profumo di lana, quella buona... dopo anni, ho ritrovato lo stesso colore e calore nell'azzurro della Spinnery Mountain Mohair Sky Blue .
Voglia di azzurro e di dolcezza, voglia di coccolarsi e coccolare,
questo ora vedo nei comportamenti strani di mia mamma, un'altra persona
quando era in quella casa, che tutti si fermavano a guardare, sembrava
uscita da un libro di fiabe...
Una casa incantata... Com'era incantato e spesso sul balcone della sua
splendida villa di fronte alla nostra un affascinante signore, che
faceva finta di niente, dopo avermi salutato, quando ero in giardino,
ma appena sparivo e mi nascondevo dietro le tende, in casa, si
riaffacciava.... Mi chiedevo chi e cosa volesse...
Poi ho capito. Non so cosa e se ci sia stato qualcosa tra lui e mia mamma. Neanche mi interessa. Ma gli sono
grata se fu lui a regalarle un po' di colore al viso e alle labbra. E
delle dolci ed azzurre estati. E sogni colorati di rosa.
Penso che il Ciocorì o la cipria o il rossetto o il lavoro a maglia o l'interessato ed interessante signore (che allora mi sembrava vecchio, ma
avrà avuto quarant'anni!) rappresentassero il senso di una dolcezza a
portata di mano, se si vuole si può avere o dare, ma non è necessario,
almeno non sempre.
Nella sua lunga, ma breve, se si vuol chiamare "vita", poi non fu più
tale, passata più della metà accanto a me e più della metà della metà da
"malata", il ricordo più bello è in "quella" mamma, delle giornate in
montagna, nella calma e nel tempo libero che lì si poteva concedere.
Sembrava una sirena, nel suo prendisole azzurro... Una sirena in mezzo alle montagne (ma in quella casa tutto era possibile).
E me la voglio ricordare così. Con unfilodi cipria.
Auguri, mamma!
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