... quella tremarella che ho, quasi come prima degli esami. Sarò pronta, ho dimenticato qualcosa?
13 giugno 2003. Mancano le tende, stanno facendo l'orlo, mi sono costate una fortuna, le ho comprate come se fossero un abito da sposa, le più belle che c'erano, vedo-non vedo, sui toni ramati e dorati, che si abbinano a tutti i colori dei gomitoli. Le hanno già provate tre volte.
Gli scaffali, dopo centinaia di spostamenti, finalmente hanno trovato la giusta collocazione. Emmenomale che l'Ikea rende e ridà, se non ti piace una cosa.
Emmenomale che Dino è di una calma inumana (è per quello che serviva
altrove, in ben più alte sfere. Dino, quanto mi manchi! ndr) e muove il
mobile rosso, che è il fulcro di Unfilodi, a destra e a manca, senza
dire "adesso basta!", sorridendo per la mia indecisione.
Giorni frenetici di preparativi, i passati e, manco a farlo apposta, mia
mamma si sente male. Devo smettere di mettere la lana ed il cotone
appena arrivati negli scaffali, devo pensare di rimandare l'apertura.
Ma no, la mamma è una roccia, si riprende e mi assiste persino mentre faccio gli ultimi ritocchi in negozio.
Sono stata vicino a lei, mentre scrivevo a mano le centinaia di bigliettini d'invito scritti, con il pastello rosso e cercavo unfilodi qualcosa... unfilodi gioia, unfilodi paura, unfilodi pazzia... e pensavo, a chi capiterà il bigliettino con scritto unfilodi quello che vuoi?
La gente di Carate guarda un po' attonita una pazza fare le vetrine (e
sono tante e grandi, enormi) di un negozio che conta solo sulla lana...
Persino la signora Evans della Grignasco mi scoraggia, mi mette in
guardia dai periodi buchi, che accadono proprio durante il periodo in
cui sto aprendo...
Dovrei avere qualcos'altro su cui puntare, il punto croce, ad esempio. Ma io continuo imperterrita sulla mia strada.
Le vetrine, dicevo. Cotone e cannella. Cotone e limoni, Cotone e ninfee.
I capi da esporre me li sta facendo Graziella, sono modelli di Giuliano
Marelli, sono estivi, naturalmente, visto che inizia a fare caldo!
Graziella è bravissima all'uncinetto, e quasi quasi le propongo di
tenere quei corsi che ho in mente, da farsi dietro le ampie vetrine,
quasi come lavorare all'aperto. Il mio intento, quello di rispolverare
il lavoro a maglia, per avvicinare le persone ai filati.
Accetta. Partiremo a settembre.
Ma ora ho paura per l'inaugurazione, i fiori me li regalano Carlo e
Maurizio, bianchi come gli scaffali, una splendida composizione de La
Fioraia, proprio come un bouquet nuziale.
Ho trovato ad un mercatino delle stelline e dei cuoricini bianchi in macramé. Li attacco ai bigliettini unfilodi qualcosa, come se fosse una partecipazione a nozze.
Ed è con questo spirito che mi accingo ad aprire il negozio, uno sposalizio con la lana.
E poi, cosa sarà? Avrò il cuore di continuare la via intrapresa?
Sono convinta che le cose non accadano per caso, che le decisioni siano
prese per un motivo ben preciso, che trascende il nostro volere. Occorre
credere in ciò che si fa ed in se stessi.
13 Giugno 2013. Stessa paura per la festa di sabato.
Se guardo indietro, rifarei le stesse scelte, ripercorrerei le stesse vie. Risceglierei la lana.
In questi giorni di preparativi febbrili (nel senso che ho pure la
febbre, come mi venne allora, il giorno dell'inaugurazione), ripercorro
mentalmente il cammino di Unfilodi.
Il mio pensiero va a tutte le persone incontrate e perse durante la via,
il mio bacio nel vento va a Dino (il mio faro nella notte, che nei
sogni mi spinge ad andare avanti nei momenti difficili), a Mira, a Paola
(che se ne sono andate, la prima con la voglia di vivere, la seconda
con la voglia di morire), alle amiche sparite nel nulla (ma erano
amiche?) e tante clienti, ma tante.
Incontri con la vita e con la morte, con quello che manco immaginavo
possibile, disperazione e gioia, pianto e risate in compagnia.
Persone pronte a colpirti alle spalle, ma altrettante capaci di cose grandi, di tendere una mano nel momento del bisogno.
Sei mesi dopo l'apertura di Unfilodi, dovetti lasciare tutto per
una cosa più importante. Cercare di sopravvivere. Unfilodi sarebbe
andato allo sbando se non ci fossero state le amiche, quelle vere, che a
turno tenevano aperto il negozio, Lina (che è ancora con me) e Stella.
Tanti fili che si intrecciano, ingarbugliano, ma con la pazienza di
sciogliere i nodi, si ritrova il bandolo della matassa. Questa è la mia
vita.
E non la cambierei con quella di nessun altro.
Come non cambierei Unfilodi con nessun altro negozio neppure "dovesse tentarmi Giove in persona", per dirla come Catullo. In questo caso dovrei dire Jimmy Beans Wool...
Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine in questi lunghi
dieci anni, che hanno contibuito a rendere grande prima il negozio
offilne, poi quello online.
Che mi hanno spinto nell'avventura affascinante della Knit-House, una casa per la lana. E qui il pensiero va al mio papà, che l'ha progettata e poi me l'ha lasciata in eredità.
Un ringraziamento particolare a Paolo, l'Admin, che ha curato l'online di Unfilodi come se fosse stato suo, ma è il suo. E a voi, con tutto il cuore, che mi state leggendo.
Buon Compleanno, Unfilodi!
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