Scritto da Maria Luisa
|
mercoledì 30 ottobre 2013 |
Credo di non aver mai amato -e al contempo odiato- il mare come d'inverno.
Il suo moto sempre agitato, i gabbiani che beccano tra i granchietti e le pietruzze sulle spiagge
vuote, i pescatori che (lo fanno ancora?) regalavano ai bambini le conchiglie e le stelle
marine rimaste impigliate nelle reti, il suo profumo... E' soprattutto quello che mi sembra di sentire.
E
sento ancora quel sottile dispiacere, quando il mo papà, dopo aver accompagnato me e la mamma a Nervi, doveva tornare in ufficio, e ci
lasciava lì, da sole. Al mare ci stavamo praticamente tutto l'inverno e lui veniva ogni fine settimana a trovarci.
Ma la settimana sembrava così lunga da passare senza di lui. Dalla mia camera vedevo il
mare e anche il porto di Genova, le navi che entravano ed uscivano e
sognavo che il mio papà scendesse da ogni nave che attraccava al porto per venire da
me. Ma ero serena, sapevo che sarebbe ritornato.
Poi, tra gli scoiattolini ed i pavoni del Parco Secolare di Nervi, un
incanto per gli appassionati di Botanica (ogni pianta aveva la targhetta
con il suo nome e vedevo questa cosa come una forma di rispetto nei
confronti della Natura) e sulla passeggiata a mare, con le scogliere ad
un passo, le piante grasse che crescevano tra gli scogli, il sole e la
luce all'orizzonte così chiara sul mare che te la sogni d'estate,
passava in fretta la settimana.
Quando arrivava il papà, la sera del sabato, prima di addormentarmi, mi
racontava storie di marinai che partivano per le destinazioni più
ignote, storie che ho poi riciclato per mio figlio.
Aveva un grande dono il mio papà, sapeva narrare cose fantastiche e
quasi tutte con il mare come protagonista. Non occorre essere uomo di
mare per viaggiare, basta la fantasia...
Tutte le sue avventure erano belle da ascoltare. Avventure di terre
lontane, esotiche, che mi affascinavano molto di più del lupo di
Cappuccetto Rosso, della fiaba raccontata dalla mamma.
Nei racconti del papà ci poteva pure entrare la tigre della Malesia a far scappare tal Africchi e tal Amoni, i due marinai protagonisti, che regolarmente venivano mandati dal comandante per punizione in cucina a pelar patate.
Storie anche di angiporto, e mi ci portava di domenica, vicino al porto
di Genova, a vedere i marinai, non so quante volte ci sono ritornata poi
da grande in via Prè a cercare la voce del mio papà...
Ma è lontana, racchiusa in una conchiglia, mi sembra di sentire il suono, ma è quello dei ricordi...
Ed in onore e in odore degli spruzzi salmastri sugli scogli, respirati a
pieni polmoni e lo sguardo all'orizzonte in cerca di lui, dedico il WorkShop di Emma Fassio Il mare d'inverno del 16 novembre p.v. a quei tempi lontani, al mio papà, che ha reso possibili i miei sogni, anche se non è più con me e da anni lui naviga già lungo correnti che non porteranno ai miei fianchi il suo amore, mai più...
Aggiungi ai preferiti (807) | Riporta quest'articolo sul tuo sito! | Visualizzazioni: 4374 | Stampa
|