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Betta e i suoi consigli PDF Stampa E-mail
Scritto da Maria Luisa   
domenica 13 maggio 2007
Betta (con Shedir) e i suoi consigli La mia amica Betta, che è italiana ma vive ad Amburgo, nelle sue numerose mail, mi ha inviato un sacco di links dove trovare buone idee.

Ve li giro, perchè sono interessanti.

Mi ha segnalato, proprio oggi, delle calze col simbolo della lotta contro il cancro al seno.

Qui invece, tra i free patterns, ci sono una serie di bellissimi chemo (e non solo) caps, (secondo Betta sarebbe perfetta la mia amatissima MerinoGold).

Da non dimenticare è poi Shedir, un altro bellissimo chemocap, della designer Jenna Wilson aka The Girl from Auntie (il titolo di un mitico episodio di The Avengers).


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Betta è una fan accanita di Elizabeth Zimmermann.

Ha fatto diversi lavori secondo le sue istruzioni, diversi maglioni con Saddle Shoulders e Shirt Yoke e scollo a V tagliato....

Mi assicura che le sue maglie stanno perfettamente! Mi consiglia di provare per credere....

Da appassionata di Lace mi ha chiesto se avevo il filato Ornaghi il Merino Oro, spesso usato da Eunny Jang per progetti Lace.

Le ho promesso di andare a vedere com'è, visto che l'Ornaghi è a meno di un km da casa mia.
 
Betta inoltre si lamenta che In Italia non si fanno più scialli in pizzo, per cui si è persa l'abitudine a lavorare con un filato ragnatela (sicuramente non roba da principianti).

Intende farsi un paio di modelli che necessitano una lana sottilissima e, dal momento che Betta si definisce una gran snob per quanto riguarda i filati, vorrebbe usare un filato naturalmente senza acrilico o roba del genere (secondo me è adatto il filato Extrafine, merino della Grignasco, presto in  TrovaLaLana).

Per darmi un'idea di ciò che vorrebbe fare mi segnala il sito Fiddlesticks Knitting (Peacock Feathers e Garden Shawl)... "porto volentieri gli scialli, che scaldano dolcemente, ideali nelle sere di primavera...".

In passato Betta ha acquistato tanta merino, ma ora impazzisce solo per lana tipo tweed inglese, o le lane danesi, che consentono di fare Fair Isle con la tecnica tradizionale (cioè lavorando in tondo e tagliando poi il lavoro all'altezza degli scalfi e dello scollo).

Betta ha una fornita biblioteca di libri di maglia in inglese e quindi potrebbe darmi consigli per una Biblioteca Basic.

Li accetto volentieri!

Betta inoltre mi ha dato altri consigli in Sferruzza-Menti, nell'articolo dove chiedevo consigli per acquisti miei. Mi ha promesso anche che mi invierà un paio di contributi sulla storia del lavoro a maglia.


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Commenti (5)
1. 13-05-2007 18:50
Grazie per i consigli, ma...
In lingua italiana c'è pochino per ciò che riguarda i free patterns, e quelli in lingua inglese sono indecifrabili, anche per chi l'inglese lo sa abbastanza (anche se scolastico!).  
Ben vengano le persone come Betta, competenti in materia, che ci possano indicare dove andare a trovare modelli carini, però si sente l'esigenza di avere a disposizione una lista di termini tecnici che ci aiuti a districarci nelle istruzioni. 
Betta mi sembra la persona più adatta per aiutarci in questo arduo compito. 
Linda. Monza.
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2. 14-05-2007 11:40
Mi spiace,...
Mi spiace, Linda, ma non sono per nulla daccordo con te. Pur essendo di madrelingua italiana purissima (ok. un po' imbastardita di milanese e mantovano) trovo i pattern italiani totalmente indecifarbili per la loro  fondamentale vaghezza ed enigmatica mancanza di spiegazioni esecutive. Viceversa, nei pattern in lingua inglese tutte lespegazioni sono meravigliosamente dettagliate e precise, scritte in una lingua altamente standardizzata e di comprensione estremamente facile e sono di norma corredati da tutorial la cui concisione non lascia spazio all'approssimazione né alla banalità (laddove i tutorial dei giornali italiani non vanno oltre alla spegazione dei punti base, tralasciando totalmente la spiegazione delle tecniche avanzate).
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3. 28-02-2009 18:47
Inglese...
Cara Linda, concordo con Typesetter! 
lavoro a maglia con passione dall'infanzia, ma da quando ho scoperto il mondo della maglia in lingua inglese sono rimasta letteralmente folgorata! 8 anni fa, quando comprai il primo libro sul Fair Isle, non sapevo una parola di inglese. A scuola avevo studiato il tedesco, e anche quello male!Avevo a disposizione solo una lista di termini inglesi e tedeschi. Mio marito mi dava dell'incosciente ad aver speso tanti soldi per un libro che non ero nemmeno in grado di capire! Ma una lingua straniera non è un ostacolo sufficiente a farmi rinunciare all'ispirazione e alla qualità di insegnamento e di informazione di quei libri.Ho imparato tanto da allora: nuove tecniche, nuovi modi di tenere il filo o di montare le maglie. Ora potrei tradurre quei libri, riconosco i termini in americano e quelli in inglese britannico; ho anche un paio di libri in danese e in islandese. Le lingue le imparano anche i bambini. Quello che conta è la passione ... Coraggio, ne vale la pena! 
Betta 
p.s.: Sul sito Motivi a Maglia c'è una piccola lista di termini inglese/italiano
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4. 14-05-2007 18:39
I chemo caps
Volevo ringraziare Betta per la segnalazione di modelli per la realizzazione di un capo che, purtroppo, viene spesso richiesto dalle mie clienti e compagne di (s)ventura 
E' una cosa forte, più forte dei feticci lanosi nell'articolo Anticraft: Beltane 2007 di Typesetter, nel suo blog Motivi a Maglia, almeno per chi ci è passato, vedere dei copricapo che serviranno a nascondere o a esaltare la femminilità, vedetela come volete, di chi dovrà affrontare una chemio. 
Immagine tenera che ho veduto svariate volte di chi sceglie il filato ed il colore che si abbina agli occhi, alla pelle, che purtroppo, cambierà tonalità durante la terapia, si sbiancherà ed ai capelli, che  cadranno inesorabilmente. 
Casi della vita, da affrontare a testa alta con un po' di civetteria, per ricordare a noi stesse ed al mondo chi siamo.
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5. 14-05-2007 23:03
ode all'inglese in maglia
Per non uscire dal coro (per una volta!), 
l'inglese lo parlo piu' ahm.. "precisamente" dell'italiano, ma sono nuova alla maglia. Ho comprato i miei primi libri sulla maglia in inglese, per riflesso automatico, (la ricchezza e qualita' dell'editoria in lingua inglese, che sogno! Grazie Amazon.co.uk!), e non capivo nulla di nulla all'inizio. Il problema non e' la lingua, ma i termini della maglia! Per chi sa lavorare, si tratta solo di imparare pochi termini tecnici, e poi di godersi la ricchezza e precisione delle spiegazioni. Un suggerimento: munirsi di un manuale di tecnica, per esempio Vogue Knitting (nessuno, ma proprio nessuno sa fare manuale tecnici come gli americani), e usare le chiarissime spiegazioni, anche visive, per capire i pattern. Il linguaggio e' standardizzato. Tutte le riviste (Iterweave Knits, per esempio) e i libri usano le stesse abbreviazioni. Una meraviglia. Mi piacerebbe vedere qualche altro lavoro di Betta, possibile? Tweed e Fair Isle? 
ciao! 
cristina
Ospite
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