Natale da un giorno è passato. Gesù dopo avere viaggiato per monti per valli e per mari, fermandosi nei casolari, di tante fatiche riposa tra nembi di nuvole rosa...
Questo era, più o meno, citato a braccio, l'inizio di uno dei tre libretti (l'ultimo, quello di Santo Stefano, dopo quelli da leggere alla Vigilia e a Natale), raccolta che mi regalò tanti, tanti, tanti anni fa la mia mamma ...
Libretti letti da lei a me e da me a Carlo, tante, tante e tante volte, da saperli a memoria. Tutti e tre, tutti e tre.
Metafora di questo giorno un po' strano, Natale da un giorno è passato, dopo le frenesie degli acquisti ed è passato inosservato pure il suo significato più profondo, il suo senso...Come sempre.
Oggi rimangono fiocchetti, sacchetti e pacchetti stropicciati e
stracciati da buttare, regali che non ci piacciono, o che non sono
piaciuti a chi li abbiamo donati, a rammentarci quanto è fatuo tutto
ciò...
Quanto "viaggiare", quanta strada e quanta fatica per niente.
Oggi non ci resta che riposare, piangere (sul latte versato e sul denaro che se n'è volato via, spazzato dai nembi della nostra mente obnubilata). O lavorare a maglia.
A tante, alle più accorte o fortunate, infatti, rimane "solo" la lana -e scusate se è poco-...
Sì, ma che c'entra il titolo, con l'introduzione ed il resto?
Qui siamo in Sferruzza-Menti e mi è concesso passare da un argomento all'altro, apparentemente senza un filo conduttore, che invece c'è, ed è pure grosso...Quindi, non sto pazziando, bensì spaziando...
A tal proposito, mi sovviene il racconto di un viaggio che fece tempo fa mia suocera
nell'Inghilterra del Sud per trovare zia Rina e mobili antichi (passione che condivide con me, oltre al reciproco affetto)...
Lei sa raccontare bene le cose, nei minimi paricolari, ti sembra di essere lì, a bere il the, servito nelle tazze e teiere Roy Kirkham, di vedere zia Rina (che non conosco) a sferruzzare sul sofà con le rose (stoffa rigorosamente Sanderson), di passeggiare sotto le nuvole sulla spiaggia davanti all'Oceano a cercar conchiglie bianche e, con un enorme cappello di paglia in testa, che ripara più che dal sole, dai nembi, di
raccogliere, in campi
sterminati, fragole (che sono coltivate in molte zone
dell'Inghilterra, come tutti i berries, nonostante le nuvole -non proprio rosa-).
Dalla Gran
Bretagna (con le sue fragole e le sue nuvole) a Rowan il passo è breve...
Adoro l'Inghilterra e tutta la lana Rowan (qui trovate solo sette articoli -e pochi colori della Big Wool-, in realtà ne ho comprati molti altri, in attesa di pubblicazione)...
Sto infatti facendone una scorpacciata, proprio come fece mia suocera con le fragole. E perse il treno per Londra -e l'asta -.
Non mi sono mai piaciute le lane "grosse", cercavo di celarle tra
quelle più "snelle" e ringraziai mentalmente a suo tempo la Blue Sky per
avere "nascosto" la Bulky in matasse che la fanno sembrare un'esile
gazzella, o, meglio, un elefante che si naconde in un campo di fragole
-dipingendosi le unghie di rosso- (come dice una delle molteplici
barzellette della datata "saga pachidermica").
Ma per la Big ((perchè Big e non Great?) Wool (ed anche per la Drift) ho una insana passione.
Guardando il mio coprispalle sul manichino, l'altro giorno, realizzato con la Rowan
Big Wool, non so perchè, sarà stata l'atmosfera prenatalizia, mi è tornata alla
mente la strofa che ha aperto l'articolo...
Ed oggi mi riposo, come Chi ho citato (senza deliri di onnipotenza), dopo avere viaggiato per monti, per valli e per mari, immersa nella nuvola (cicciotta, come quelle che si disegnavano da bambini e si coloravano di rosa) del mio coprispalle.
Ecco che sono tornata all'inizio del mio viaggio -mentale-, rifacendo il gomitolo. Di Big Wool, naturally.
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