Tra me ed il cotone c'è un rapporto travagliato.
Anzi, per dirla tutta, non lo sopporto proprio. E' un'altra di quelle cose, come le stoffine americane (guarda caso di cotone) che un tempo avevo nel negozio di via Buttafava, che tolgono respiro alla lana -e a me-. Vero è che, se avessi avuto in negozio, come tante mercerie, le maglie della salute in pura lana (i gipunin, in dialetto caratese), mi avrebbero soffocato anche quelle...
Ma tant'è... La brevissima stagione del cotone arriva (sigh) ogni anno e se ne va tanto velocemente, vivaddio, che in pieno agosto già le clienti comprano le Worsted e le Bulky (quando parlo al femminile mi rivolgo alla lana).
Tuttavia ha da passà a nuttata, e così bisogna abbozzare.
E comprare "il" cotone.
La foto che ho messo a fianco mi sta a ricordare di non fare tanto la
schizzinosa, chè, nel lontano maggio 2003, l'apertura di Unfilodi fu
proprio contrassegnata dalla presenza massiccia di gomitoli di cotone -e
canapa-, nelle grandi vetrine e negli scaffali belli nuovi di via
Buttafava.
Nel corso degli anni e nei cambiamenti radicali di rotta, di indirizzo e di scelte dei
filati, ho cercato di farmelo in qualche modo piacere, 'sto filato.
Così, mischiato al bambù e alla seta (o alla lana, che è meglio) è più accettabile...
L'unico "puro" cotone che mi sento di elogiare, forse perchè ha delle caratteristiche tattili molto simili alla lana, è il Worsted Cotton Blue Sky Alpacas.
Nei miei vari "giri" per l'orbe terracqueo dei filati, non ho mai trovato niente che gli assomigli.
Amato dai miei clienti vegani, che lo usano al posto della lana,
d'inverno, ha tutto un universo di ammiratori e consumatori, gli
allergici, soprattutto, ma anche gente che mangia e indossa di tutto e
non gli esce manco un rash cutaneo piccolo piccolo.
Lo ama persino mio figlio, che, come mia madre, non sopporta la lana, manco al tatto.
Mia mamma, a dir la verità, non ne sopportava neppure la vista, tant'è
che quella che acquistavo di "sfroso", da ragazzina, la nascondevo da
mia zia Maria, buon'anima.
Che si prese -mea culpa- pure della "suonata", quando, dopo la sua
morte, i figli trovarono sotto il suo letto chili di lana "vergine" (nel senso di non "profanata". Di "vergine" quella "lana" aveva ben
poco, acquistata nei bassifondi più impestati ed infestati di... tarme?
no, non la volevano, quella schifezza, mica sono sceme, loro!).
A quei tempi avevo già la Luna e Urano nel Leone (anche se sono dell'Acquario)... Anzichè il mare nel cassetto, nascosi e poi trovai un centro di gravità permanente. La lana.
Torniamo al Worsted Cotton -100% cotone organico- che ho fatto un po' desiderare ai suoi adepti, non lo riordinavo da più di un anno...
I colori? Molti vitaminici, come quelli che ho fotografato per
l'articolo, altri soft, come l'azzurro, Sky, del mio Eyelet Cardigan,
qui accanto.
La casa madre ha deciso di togliere i colori naturali dalla lista, si
sente la mancanza di uno solo di loro, non mi ricordo il nome... quindi
non era neanche tanto importante.
La diversità dagli altri suoi simili? Provate a toccare la matassa,
anche con gli occhi aperti -non è necessario fare il test alcolemico-...
Sembra lana!
E per me è questa la cosa più importante!
Per inciso -e per finire- ho ben tre Eyelet Cardigan fatti con questo filato! Gli unici capi di cotone che indosso volentieri!
p.s. Dimenticavo...Impareggiabile nello Sweet November ...e speriamo che arrivi presto. Cosa? Novembre!
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