Volevo regalarvi per inizio d'anno una fiaba, scritta da Cesare Dei, Pulcino Pip.
Tale libro mi fu regalato da Ernesta -acuta e sagace pedagoga, teologa, linguista, psicologa, letterata, che conobbi per via dell'inglese, che non c'era verso d'imparare, un blocco psicologico, che nemmeno con lei riuscii a superare, passammo al tedesco- una quindicina d'anni fa, un libro per bambini, ma talmente profondo che io stessa ne rimasi così affascinata da regalarlo al mio analista, compagno di viaggio del mio inconscio per dieci anni.
Il libro è datato, la mia copia la diedi in condivisione a mio figlio,
che altrettanto fu "preso" dal viaggio del pulcino Pip, non la trovo
più, tra le migliaia di libri presenti in casa mia (e chissà se il mio
analista l'ha conservato -volevo forse dire se ha conservato di me una
traccia di ricordo?-) .
Quindi devo andare a braccio, vi faccio un breve riassunto, con le rielaborazioni inevitabili dell'inconscio e della memoria.
Al pulcino Pip la fattoria dove vive sta stretta, gli animali che la
popolano sono antipatici e scontrosi, quando si specchia nell'acqua si
trova così piccino e insignificante così giallo, monocromo, mentre il
gallo della fattoria è variopinto e fiero di sè.
Non sopporta più persino la mamma, che lo richiama all'ubbidienza, per non parlare dei fratelli pigolanti.
Così decide di partire per cercare Ollag, il gallo, un personaggio
fantasmatico, di cui ha sentito vagheggiare, in fattoria, che diventa
il suo mito.
Il viaggio è lungo, in salita, su per una montagna impervia, ma Pip non
si scoraggia nè cerca di ritornare alla fattoria, che sarebbe la cosa
più facile da fare, nè cerca un sentiero meno impervio.
Durante il suo viaggio incontra molti animali, che dicono la loro, ora
mi ricordo la farfalla, che svolazza qua e là, che invita Pip a fare
altrettanto, prendere la vita con più leggerezza, più lievità, ed il
gufo (ecco il mio analista) che aiuta ed incoraggia Pip ad arrivare in
cima alla montagna.
Dopo la salita, la discesa, e gira che ti rigira, Pip si trova in una
fattoria, ma cos'è? Dopo tutto il cammino fatto, animali noti, la mamma
chioccia, con altri pulcini pigolanti, ma, com'è possibile? E'
ritornato al punto di partenza?
Si guarda nell'acqua dello stagno, è sicuro di rivedere il pulcino
monocromo di quand'era partito, ma invece che vede riflesso? Un gallo,
maestoso nei suoi colori e nella sua fierezza. Che abbia trovato Ollag?
Che Ollag abitava proprio lì, nella sua tessa fattoria ed il suo lungo
e tortuoso cammino siano stati inutili?
Si guarda in giro, ma non c'è che lui vicino allo specchio d'acqua limpida, allora, Ollag il gallo è lui!
La morale ve la cercate voi.
Io so che tutto il mio lungo percorso mi ha sempre portato qui, dove
sono e come sono ora, che mi sono scalmanata per niente, che ho cercato
qualcosa che avevo già (però sono cresciuta, nel viaggio) e sono fiera
di essere così, fragile e forte al contempo, e per tutti i chilometri
che metterò tra me e me tornerò sempre da dove sono partita.
L'augurio è che troviate in voi stesse ciò che cercate, perchè è lì, che vi aspetta.
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